La storia del piccolo paese
Non ci sono notizie certe sulle origini di San Potito Sannitico, tuttavia molti storici concordano sull’ipotesi che farebbe risalire al periodo sannitico la data dei primi insediamenti. Nella località Torelle sono stati ritrovati reperti archeologici risalenti proprio a quel periodo.
Fonti storiche affermano che il paesaggio non ha subito particolari variazioni rispetto a quelli di migliaia di anni fa. Il paese ha sempre goduto della forte presenza dell’acqua. Infatti, nasce in corrispondenza delle ricche sorgenti delle località Formose, Aulecine e Porta Agricola. Invece, lo sviluppo di un antico tracciato viario è stato determinante per l’evoluzione economica del paese, in quanto legato agli interessi che le popolazioni avevano sulle montagne e al possesso di greggi.
L’influenza Longobarda, Normanna, Bizantina e Spagnola nei secoli hanno contribuito come per la maggior parte dei centri dell’antico Regno di Napoli a innestare diversi elementi culturali e linguistici ancora oggi presenti nella toponomastica, nella tradizione religiosa e negli usi quotidiani.
Nel XV secolo il paese era denominato Casale Sancti Potiti e dipendeva amministrativamente da Piedimonte Matese. Nel 1615 ottenne una prima e parziale autonomia amministrativa.
Nel 1749 divenne totalmente comune autonomo.
Dal 1862 si chiama San Potito Sannitico.
Nel 1945 passò dalla provincia di Benevento a quella di Caserta.
Oggi il territorio è vivo più che mai, grazie alla riquali cazione e all’abbellimento di molte aree del paese e allo sviluppo di una proficua attività culturale che si sta portando avanti.
San Potito Sannitico si distingue per i bellissimi edifici storici che donano eleganza e nobiltà al territorio.
Tra i palazzi più a ascinanti del paese, sicuramente c’è il Palazzo Filangieri de Candida Gonzaga. L’edificio fu costruito nel XVII secolo da una ricca famiglia, i Sannillo; successivamente passò ai conti Gaetani, che lo ampliarono durante tutto l’Ottocento. Finì in eredità ai Filangieri, che sono gli attuali proprietari. I Sannillo s’ispirarono al palazzo borbonico di Caserta nell’arredamento del palazzo. Molti, infatti, sono gli elementi in comune con la reggia vanvitelliana, come la struttura della scala che dal cortile conduce al piano nobile.
Il palazzo Filangieri, costituito da quattro ali, si sviluppa attorno a un cortile pavimentato con mattoni a “spina di pesce” e ripartito in settori stellari da fasce di pietra viva. Da qui una scala conduce al primo piano, dove si distinguono una parte rustica settecentesca, e una parte nobile risalente all’Ottocento. La parte settecentesca conserva una tipica cucina rustica, dotata di camino e di una grande cappa, i soffitti presentano travi a vista o rivestite di carte antiche, mentre la parte nobile è ricca di decorazioni, come ammirare un quadro. Al suo interno si trovano mobili d’epoca, tra cui suggestivi letti a baldacchino, e una ricca collezione d‘oggetti degli Indios dell’Amazzonia, raccolti da Antonio Filangieri di Candida Gonzaga durante vari viaggi.
Altro importante e storico edificio è il Palazzo Pietrosimone, oggi diventato luogo d’onore per le varie attività culturali che il paese offre, grazie ai suoi spaziosi ambienti.