Residenze Artistiche

Fare una residenza artistica a San Potito Sannitico significa immergersi totalmente nella sua realtà.

Una realtà fatta di persone con cui interagire, di paesaggi da esplorare e di luoghi da cui lasciarsi ispirare. Fin dalla prima residenza, il paese è riuscito ogni anno ad ospitare tanti artisti, italiani e stranieri, pronti a lasciare la propria impronta sul territorio.

L’artista può così cogliere e trasformare ogni input che arriva dal territorio in un prodotto culturale, sia esso materiale o effimero. Ciò è evidente non solo nel risultato, come avviene ammirando le opere di arte pubblica (link arte) di cui è pieno il paese, ma anche nella creazione di un processo di condivisione. Questo è proprio quello che è accaduto, con il progetto di studio sociale dal titolo #senzaditenonèlastessacosa (link a news) realizzato da 90 studenti provenienti dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli.

L’idea alla base della residenza è di utilizzare un linguaggio universale capace di arrivare a destinatari diversi e di attirarli e coinvolgerli in modo semplice ma incisivo, attraverso l’arte. Il pubblico, in questo modo, non è più solo fruitore ma è interlocutore attento e attivo perché partecipa alla creazione e ne vede il risultato.

Negli ultimi anni, sono stati realizzati spazi che permettono di dare ospitalità a chi decide non solo di visitare, ma di abitare questo luogo, fatto di scorci, di dettagli, di aree da far rivivere. Primo fra tutti è il Centro Polifunzionale per lo Sviluppo del Territorio (link), un edificio creato proprio per accogliere le attività culturali del luogo.

Fare una residenza è, quindi, uno scambio tra la creatività dell’artista e l’energia della comunità in un progetto che mette in connessione il global e il locale.

Se vuoi conoscere San Potito Sannitico, scoprire come si svolge la residenza e come strutturare il progetto artistico, ecco ciò che devi sapere:

l’obiettivo principale è dare spazio ad artisti che pongano al centro della loro arte la relazione tra la cittadinanza e il territorio, e dare la possibilità di usufruire di “spazi alternativi” presenti nel paese